Friday, July 11, 2008

Samuel Ayotunde Kalejaiye

Samuel Ayotunde Kalejaiye: un italo-nigeriano con molte mamme ma, per ora, un solo libro.
Dialogo con lo scrittore Samuel Ayotunde Kalejaiye.


22 marzo 2005 - Daniele Barbieri
Fonte: www.migranews.it - 10 marzo 2003
Di mamma ce n'è una sola: tipico modo di dire italiano (e non solo) che oscilla fra l'ovvietà, il rispetto, l'affetto e magari qualche sospetto di «mammismo». Vai a vedere se poi, nell'Italia di oggi, a tante lodi per quella «mamma sola» davvero corrisponde una sostanza o rimane soprattutto retorica. Anche per queste ragioni avrebbe dovuto suscitare una certa curiosità "La mia prima mamma" del nigeriano (ormai italo-nigeriano) Samuel Ayotunde Kalejaiye che è uscito nel 2003 da Fara. Il libro invece è passato abbastanza inosservato ed è un peccato per il tema e per i possibili confronti fra due culture ma anche rispetto a un autore che ha l'innegabile gusto del raccontare anche se forse ha bisogno di esercitare un più completo controllo sulla scrittura come è già capace di fare nell'oralità.
Ascoltare infatti Ayotunde - il suo nome significa "la felicità è ritornata" - è un vero piacere. Bene ha fatto dunque «Città meticcia» di Ravenna a presentare il suo libro all'interno del ciclo "ParolErranti". Una cinquantina di persone - quasi equamente divisi fra nativi e migranti - hanno così goduto della conversazione con Samuel Ayotunde Kalejaiye, introdotto e interrogato dallo scrittore algerino Tahar Lamri, con i piedi ad accompagnare gli straordinari gospel del gruppo Le Rocher e per i golosi il classico dulcis in fundo che era in realtà un'agro-dolce perché agli zuccheri della colomba pasquale si univano sapori africani più piccantini.
Se la Nigeria è un gigante con tanti popoli, etnie e linguaggi anche il non certo minuto Samuel Ayotunde Kalejaiye ha molti e diversi volti. E' un re che ha voluto abdicare (come racconta nel libro); è un poeta e scrittore che per campare fa l'agente di commercio (e persino il sommelier); è un privilegiato perché ha potuto studiare. E' un fortunato perché è grazie ai soldi vinti al quiz Superflash - neanche a dirlo con Mike Bongiorno - se in Italia ha potuto completare l'università ma è anche uno sfortunato perché ha perso il suo miglior lavoro (direttore di una discoteca dove aveva iniziato da cameriere) per una insofferenza agli occhi che si aggravava con fumo e luci psichedeliche. E' stato un immigrato molto arrabbiato con l'Italia che, dopo 14 anni di permanenza non gli concedeva la nazionalità: "pago più tasse io di certi albergatori della Riviera" ha puntualizzato nel ´93 in Ebano & avorio (primo libro a raccontare il nuovo fenomeno delle cosiddette «coppie miste»). E poco dopo è diventato cittadino italiano.
Samuel Kalejaiye non è stato vittima di quel razzismo aggressivo che purtroppo esiste ma ha spesso incrociato quella intolleranza meno vistosa che pure ferisce e offende. "Voglio raccontare un episodio. Ero in una selezione con 27 italiani, il mio colloquio fu l'ultimo. «Porca miseria», continuava a ripetere l'esaminatore: «lei è il migliore, è proprio quello che cerchiamo; ma io come faccio a farla passare davanti a 27 italiani?» mi ha chiesto, con un'aria davvero dispiaciuta. E che dovevo dirgli io?". E' in quei momenti che si sente rifiutato. Un'eco di quello stato d'animo si avverte anche nella poesia «Non ho scelta», con cui nel '97 vince il premio Eks&Tra; i versi finali urlano: "Non ho scelta devo andare / andare in tutte le piazze gridando giustizia / sperando che qualcuno mi ascolti. / Non ho scelta devo tornare / tornare nel mio paese d'origine / in questo posto non sono un ospite gradito". (Chi desiderasse leggere il testo completo può trovarlo nell'antologia «Memorie in valigia», Fara editore.)

"Spesso sento «voi africani che avete molte mogli», ma io ne ho una sola" spiega Samuel Kalejaiye; "oppure mi dicono che i nigeriani sono tutti islamici ma io invece sono cristiano". Più somiglianze del previsto dunque ma in effetti qualche differenza esiste. La questione delle mamme per esempio. "Per molti africani, o forse dovrei essere anch'io più preciso e dire per molti nigeriani che conosco, le mamme sono molte" spiega: "così vengono chiamate le donne anziane a cui si è particolarmente affezionati". Però la prima mamma - nel suo caso una donna minuta che si chiamava Florence Ajayi - è un po' diversa. E il suo libro è un atto d'amore a questa "prima mamma" e inizia con un canto yoruba (è un'etnia della Nigeria): "Iya ni Wura Iyebiye...." che Kalejaiye traduce: "La mamma è un tesoro inestimabile che non si può comprare con i soldi, mi ha tenuto in grembo per 9 mesi e mi ha portato sulla schiena per tre anni; la mamma è un tesoro inestimabile che non si può comprare con i soldi".
Altra differenza fra le tradizioni italiane e quelle nigeriane riguarda i funerali. «La morte di una persona giovane è un lutto per noi e purtroppo capita spesso; ma se muore un anziano o un'anziana per noi diventa un festa: crediamo che non sia la fine ma un nuovo inizio». Così un intero paese o, in certi casi, addirittura una città trasforma quella morte in un banchetto gioioso con canti e danze. "Come se fosse un matrimonio, manca solo la lista di nozze ma per il resto è identico" spiega Samuel Kalejaiye. Il racconto - quasi sconcertante per la cultura dominante in Italia - di questa festa/funerale è proprio il cuore narrativo di "La mia prima mamma". Kalejaiye è come sdoppiato: in certi momenti si comporta da africano e in altri da italiano. Così risponde quando Tahar Lamri glielo fa notare: "Mi sono messo a filmare. E' come se in quel momento fossi uscito dal mio corpo africano per entrare in un altro. Addirittura ho pensato che dovevo fotografare le lumache giganti per mostrare ai miei amici italiani che non raccontavo balle. C'era anche un piccolo alligatore che girava vicino alla nostra casa e io avevo quasi paura di incontrarlo; tornavo ad avere un atteggiamento africano quando lo consideravo un animale domestico. In altri momenti, per esempio quando in Italia mi metto a cucinare, mi riscopro invece completamente nigeriano: dopo 28 anni che sono qui d'improvviso ricordo tutte le ricette".
Di molto altro vuol parlare Samuel Kalejaiye: di negritudine, del futuro del suo Paese, "della più grande maledizione dell'Africa, la sua ricchezza", dei nigeriani immigrati e di quelli in esilio (il premio nobel Wole Soyinka), dell'assassinio di Ken Saro Wiwa, della Shell, del suo amore per Carla (che è in sala), della paura continua quando non riusciva ad avere il permesso di soggiorno, di una proposta fatta - senza risposta - alla Rai e della decina di libri che ha pronti, "quasi finiti" nel cassetto e di quello che pubblicherà prima dell'estate. Ma può solo accennarne, la festa-discussione volge al termine. C'è solo tempo per rispondere all'ultima domanda, "Scrivere in italiano che significa per te?", di Lamri con un convinto: "Di solito non scrivo in italiano, traduco; penso in 5 lingue - tre sono africane e poi c'è l'inglese - ma per ognuna c'è la circostanza giusta, a volte neanch'io saprei spiegare in anticipo qual è". Dopo aver raccontato un'esilarante storiella algerina, Lamri promette che, prima o poi, bisognerà organizzare un appuntamento anche sull'umorismo africano.

Il ciclo "ParolErranti" - parole, musiche, visioni, sapori, incontri con la letteratura nascente - prosegue il 2 aprile con l'albanese Ismail Bresku e si chiude il 30 aprile con Rosana Cripim Da Costa: alla Casa delle culture in piazza Medaglie d'oro 4, sempre alle ore 17. Non è l'unico ciclo di appuntamenti da queste parti: dall'11 marzo sino al 2 maggio infatti le biblioteche della Valle dell'Idice (Budrio, Castenaso, Loiano, Medicina, Molinella, Monghidoro, Monterenzio, Ozzano, Pianoro, Rastignano, San Lazzaro di Savena) organizzano «All'incrocio dei sentieri» ben 18 incontri con autori e autrici della letteratura migrante.

Samuel Ayotunde Kalejaiye
La mia prima mamma
Fara editore 2003
78 pagine , 7 euro

PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Informativa sulla Privacy

GOVT IGNORE EU FINGERPRINT VOTE

Maroni 'outraged' over resolution on gypsy census

(ANSA) - Rome, July 10 - Interior Minister Roberto Maroni said Thursday that Italy would continue to take fingerprints during a government census of gypsy camps despite a European Parliament (EP) recommendation to stop.Maroni said he was ''outraged'' by the non-binding EP resolution on Thursday, which called on Italy to abstain from collecting fingerprints or using those already collected ahead of a full evaluation of the measures by the European Commission (EC).

The EP motion, tabled by a group of left-wing Italian MEPs, held that fingerprinting adults and children in gypsy camps discriminates against race and ethnicity.It was passed by 336 votes to 220, with 77 abstentions.But Maroni said the recommendation was based on ''false suppositions'' and that the government plan to deal with gypsy camps was ''a battle for civility''.''The Italian government will go ahead to the bitter end, in full and complete agreement with the European Commission,'' he said.''Our aim is to put an end to the disgrace of nomad camps, which are worse than (Brazilian shanty-town) favelas.''We want to create authorised, controlled camps where people can live in Italy in a dignified manner,'' added the minister, who says fingerprinting will help fight crime and identify illegal immigrants.
Maroni received support from EU Affairs Minister Andrea Ronchi, who referred to the EP vote as ''one of the worst pages in the history of European institutions''.Foreign Minister Franco Frattini said EP accusations of racism against the Italian government were ''totally unfounded'' and ''motivated by politics rather than any substance''.''The EP adopted this resolution without waiting for the EC to begin their evaluation, which means they had no interest in hearing whether the measure is compatible with European law. For that reason I am not remotely embarrassed to defend this measure,'' said the former EU Justice Commissioner.Opposition politicians praised the EP vote, which Shadow Interior Minister Marco Minniti described as ''confirming all of our doubts'' about the ''hateful discrimination'' of fingerprint collection.

''It's an important decision even if it's not binding,'' said Senate Deputy Speaker Emma Bonino of the Radical Party. ''We hope that this vote will help convince some mayors and the Interior Minister (Roberto Maroni) to change their minds,'' she said.EC TO RECEIVE CENSUS REPORT BY END OF JULY. European Justice Commissioner Jacques Barrot on Thursday told the EP that Italy would send a full report on measures adopted for the gypsy census by the end of July.Barrot pledged to collect all information on ''the purpose (of fingerprinting), the legal basis, how they will be preserved and if they will be used for other ends''.

The commissioner also said he had asked for particular clarification on the treatment of minors under the age of 14 and on the situation in the 17 Italian regions not involved in the government's current emergency plan.So far, the city prefects of Milan, Naples and Rome charged with overseeing the census have taken different approaches to fingerprinting.In Naples and Milan, where the census is already under way, fingerprints have only been taken from minors between the ages of 14 and 18 in Naples camps.Milan prefect Gian Valerio Lombardi said fingerprinting will only be used in cases where gypsies refused to identify themselves.

Rome prefect Carlo Mosca said he had ruled out fingerprinting altogether but would require photos of gypsies who refused to identify themselves when the census starts in the capital next week.In the wake of concerns over public safety, Maroni has pledged to dismantle all illegal camps as well as authorised camps that do not have adequate facilities.Government plans also call for the expulsion of any immigrant found to be in Italy without the correct paperwork.

The vast majority of the 152,000 gypsies living in Italy are of Romanian origin, while a small percentage come from the Balkans.

AFRICAN WOMEN & MIGRATION

Nigerian govt has a lot to thank the Irish govt - Pamela Toyin

By Taiwo Akinlembola - updated: Friday 11-07-2008

Her book, 'Herstory', highlights the plight of African women who migrated to Ireland because of different bitter experiences they had in their countries.

In this chat with Taiwo Akinlembola, Pamela Toyin Akinjobi, author of the book, spoke on reasons why many Africans flee their countries and her experience with African migrants, especially Nigerians in Ireland.

As a journalist and a writer, Toyin Akinjobi stated that she had seen and come across a lot of immigrants in Ireland, especially Nigerians who took refuge in the country because they could no longer cope with the situation in the country.

She relayed the example of a family who had to leave the country to resettle in Ireland because of the incessant armed robbery attacks on their home in Lagos. She has also come across a lot of Nigerians who come into Ireland with visiting visas and would refuse to go back home at the expiration of their visas.

"Majority of them stay back with the intention of getting into the United Kingdom through the 'back-door', while some come into Ireland through the same channel. "Most Nigerian women who come into Ireland from the UK do so because of the fact that they know if you have a child in Ireland, the mother would get a residency and the child automatically becomes a citizen and he/she is entitled to every opportunity in Ireland.

The circumstances which brought Nigerians to Ireland are different, but it all borders on the fact that Nigerians are not getting the expected social support from Nigeria."For instance, a lot of I.T experts are recruited from Nigeria and are employed in Ireland. I know of a guy who was made a director in a leading company immediately he got to Ireland. Think of what his expertise would have done to our fatherland, Nigeria. A lot of Nigerians graduates are hanging around the country without jobs.

"Sometime ago, during one of my talk shows, an Irish woman who was very furious asked me why many Nigerians are residing in Ireland.According to her, 'there is money in Nigeria and there are available resources, why are they here? All they do is take away our own resources, milk the Irish government dry and so many things like that. At least we hear that there is a lot of money in Nigeria.' I answered her that, it is not all the time that you switch on your TV set and watch war recordings that there is war going on. Even when the situation is calm, people experience internal war, and this is wiping out generations. People die everyday from suffering. In Nigeria you have to fight for everything — transportation, water, medical treatment etc.

"For example, a Nigerian from Benue State who has lived in Ireland for 33 years, has a school and a computer college there asked me to do a brochure on Benue State indigenes who live in Ireland for her. She told me that back home in her local government area, people were dying of cholera as a result of lack of potable water. She showed me some pictures, you can't believe such things still exist. She tried to help but according to her she encountered a lot of problems as the chairman was unsupportive at the initial stage.

"Our leaders in Nigeria have a lot to think about and a lot of things must be changed so that people will be encouraged to come back home. Take a look at the epileptic nature of the PHCN. A lot of businessmen and women barely make profit as all that should be their profit goes into buying diesel to run generating sets. My sister is a victim, I always wonder how she makes it.

The health sector is also zero. I once lost a cousin to a medical personnel's incompetence. The Nigerian government has a lot to thank the Irish government for, because of the way pregnant women are being taken care of over there in Ireland. A grandma recently came on visitation to Ireland and her daughter-in-law fell into labour.

The old woman coming with the Nigerian mentality insisted on accompanying her to the hospital, in case she would need to help her if she would need some extra things. She was surprised at the way everything went and the reception she herself got at the hospital.

"Here in Nigeria, another bane of the nation is maternal and infant mortality and morbidity. The medical facilities available for the care of pregnant women are zero.

"Most Nigerians do not want to come back home to all these hardships after living in a different environment where everything works the way it should. Some would even tell you that they prefer to die or rot away in jail abroad instead of coming home to suffer.

"I believe our government should begin to take positive steps to correct some of these inadequacies so that people can stay and stop migrating from Nigeria."

In the book Herstory, Pamela Toyin Akinjobi writes stories of different women from different parts of Africa and the painful separation from their homes, families and friends despite the fact they are leaving behind some forms of trauma.

Pamela Toyin is a writer, an immigrant who has lived in Ireland for many years. She started her writing career in Ireland with the Metro Eireann, Ireland's first and only multi- cultural newspaper. She was also a part of the organisers of the most Beautiful African Girl beauty pageant and she also anchors her own business and talkshow - Pamela Toyin Talk Show.

Un precedente interessante se ti fai una canna


L'uomo, sorpreso con un etto di marjuana, era stato condannato a 16 mesi di carcere
La Corte ha riconosciuto che per la sua religione fumare spinelli ha un valore sacro

Erba, la dose non è uguale per tutti
rasta assolto dalla Cassazion

Erba, la dose non è uguale per tutti rasta assolto dalla Cassazione
ROMA - "La fumano i dottori, la fumano le infermiere, la fumano i giudici e persino gli avvocati". Così nel 1976 cantava Peter Tosh in Legalize it, uno dei più celebri inni alla liberalizzazione della marijuana. La star del reggae non immaginava che 32 anni dopo a dargli ragione sarebbe stata niente meno che la suprema corte di giustizia italiana. Non è esattamente la legalizzazione dell'erba ciò che ha stabilito la sentenza numero 28720 della Sesta Sezione penale della Cassazione, ma il diritto per chi - come Peter Tosh - professa la fede rasta a fumarla a volontà senza incorrere in sanzioni.

Secondo quanto stabilito dai giudici, chi crede in Jah e nella sua reincarnazione nel negus d'Etiopia Haile Selassie I, può liberamente circolare con qualche dose di "ganja" in più del lecito perché "secondo le notizie relative alle caratteristiche comportamentali degli adepti di tale religione di origine ebraica, la marijuana non è utilizzata solo come erba medicinale, ma anche come erba meditativa".

La Cassazione è stata chiamata al pronunciamento in seguito al ricorso di un 44enne di Perugia condannato perché sorpreso dalle forze dell'ordine con un etto scarso di marijuana nella macchina. L'uomo si era difeso sostenendo di essere un adepto alla religione rastafariana e che quindi "l'erba sacra doveva essere consumata fino a 10 grammi al giorno". Una giustificazione "spirituale" che il tribunale di Terni non aveva ritenuto di prendere in considerazione, dichiarando l'imputato colpevole per illecita detenzione a fine di spaccio, condannandolo quindi a un anno e quattro mesi di carcere. Verdetto confermato dalla Corte d'appello di Perugia nel dicembre del 2004 con una sentenza nella quale si specificava che la quantità sequestrata non poteva essere considerata per esclusivo uso personale.

Contro questa decisione l'uomo ha fatto ricorso in Cassazione, ottenendo soddisfazione dalla Corte Suprema che ha rinviato la condanna alla Corte d'Appello di Firenze affinché riconsideri il caso tenendo presente che la tradizione religiosa rasta prevede l'uso della marijuana come "erba meditativa, come tale possibile apportatrice dello stato psicofisico inteso alla contemplazione nella preghiera, nel ricordo e nella credenza che l'erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone, chiamato il re saggio, e da esso ne tragga la forza, come si evince da notizie di testi che indicano le caratteristiche di detta religione".

(10 luglio 2008)

IMPRONTE: UE DICE NO MARONI INSORGE, POI SPIEGA

ROMA - Il Parlamento europeo censura l'Italia sull'identificazione dei bimbi rom attraverso le impronte digitali e il governo italiano insorge. "Siamo indignati", contrattacca Maroni; "un voto pregiudiziale e politico", e insieme una "indegna accusa di razzismo" verso il governo, puntualizza Frattini. Poi il responsabile del Viminale attenua i toni e precisa: "impronte solo in quei casi in cui non è possibile una identificazione certa attraverso i documenti". Tutto ha inizio questa mattina quando a Strasburgo passa la risoluzione presentata dai gruppi del centrosinistra e liberaldemocratici che boccia le misure di emergenza nei campi nomadi italiani proposte dal ministro Maroni............... http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_106758726.html

CARCERI: GARANTE, NIGERIANA ESPULSA PER REATI ORMAI CONDONATI

(AGI) - Roma, 10 lug. - Era stata arrestata nel 2000 per reati commessi alla prostituzione ma poi, grazie all’aiuto del marito e di tre figli, era riuscita a rifarsi una vita. Ora, pero’, sta per essere espulsa verso il suo Paese di origine e rischia di perdere tutto. Protagonista di questa vicenda, segnalata da Angiolo Marroni, Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio e presidente della Conferenza Nazionale dei Garanti dei Diritti dei Detenuti, una cittadina nigeriana di 35 anni, Becky O.
La donna e’ residente a Selvazzano Dentro (Padova), in un appartamento concesso dal comune, con il marito e tre figli.
La famiglia e’ seguita da anni dai Servizi Sociali del Comune per gli aspetti legati in particolare alla salute di uno dei figli. Lo scorso 11 giugno, Becky e’ stata fermata dalla Polizia a Padova e, subito dopo, trasferita al Cie, ex Cpt di Ponte Galeria (Roma) con il decreto di espulsione perche’ priva dei documenti di soggiorno e con l’aggravante della presunta pericolosita’ sociale per i reati commessi nel 2000; requisiti, questi, che comportano l’allontanamento dello straniero dall?Italia.
“Il 16 giugno - ha raccontato al Garante l’avvocato della donna - il Giudice di Pace ha convalidato il trattenimento di Becky, ?limitandosi a valutare la regolarita’ formale del provvedimento nonostante la Corte Costituzionale abbia affermato che, a tutela dei diritti dello straniero, il giudice deve valutare la legittimita’ dell’atto per garantire l’esercizio dei diritti di difesa. L’omissione del giudice e’ stata particolarmente grave in virtu’ del fatto che la donna ha tre figli minori regolarmente soggiornanti con il padre”.
A Becky, invece, e’ stato gia’ chiesto di prepararsi a partire e in tal senso, le autorita’ italiane avrebbero gia’ incontrato l’ambasciata nigeriana in Italia per organizzare il tutto. “Questi sono gli effetti di una normativa miope - ha attaccato il Garante dei detenuti Angiolo Marroni - perche’ il rimpatrio forzato di questa donna priva di pericolosita’ sociale, che aveva lottato per riscattare la sua vita, servira’ solo a spaccare una famiglia, con danni incalcolabili per i bambini, e ad ingrossare le statistiche sugli stranieri irregolari cacciati dal nostro paese. Io credo che per Becky qualcosa si possa ancora fare. Questa donna ha dalla sua parte non solo la sua famiglia ma anche i Servizi sociali del comune dove vive, pronti a testimoniare sulla bonta’ del percorso fino ad oggi compiuto. Un percorso che, spero, non vada perduto per l’applicazione fin troppo severa di una norma di legge”. (AGI)
Red/Oll
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SHAITSU

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Il massaggio Shiatsu che si effettua tramite la pressione delle dita, dei palmi delle mani e dei piedi e dei gomiti su tutto il corpo, agisce sui punti energetici considerati dall'agopuntura. Stimola la circolazione sanguigna ed il flusso linfatico, agisce sul sistema nervoso allentando la tensione muscolare più profonda, rimuove le tossine dei tessuti, risveglia il sistema ormonale e sollecita la capacità di autoguarigione del corpo.

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