Wednesday, June 18, 2008

WHO IS DECEIVING WHO?










Ci sono molte cose che sembrano banale ma ci fanno riflettere sul “certe banalità”: L’integrazione,accettare il diverso o chiamalo come voi; in Italia - quale velocità viaggia confronto altri paesi dell’UE ? Misuriamola con una stupidaggine ‘ come il numero delle persone originaria d’altri continente o etnie nella nazionale del calcio. Che posizione sta l’Italia? In senso stretto non vuole dire niente, ma in generale dice molto. Ho finito…….. FORZA AZZURRI
Charles.










The Russian Curling team(world best)
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If you can follow this shot copy and paste debate below from anothe blog:

A .I have to wonder how the typical "french" soccer fan feels when he ors he sees that 8 of 11 players on the field are dark-skinned "frenchmen". are the native "french" athletes such bad sportsman?

B.
I have to wonder why there are so many uninformed ignoramuses like you.

Let’s get something straight: the non-white French players on the national squad were all either born in France or emigrated to France at a very young age (ages like 2, 4, 8).

In other words–THEY’RE FRENCHMEN!! Born and raised and educated in France. This persistent myth that France plunders Africa for players is ####. France didn’t go to Africa and pluck these players from African leagues. They were born in France or got there as infants/toddlers when their parents emigrated.

Go tell Patrick Vieira, Lilian Thuram and Thierry Henry they’re not authentic Frenchmen and see how long your face remains un-introduced to their fists.

And there are lots of racist French people who have a hard time accepting the national team as representative of them -- even tho more than half of the national squad is white.

It’s all very similar to what went on in the US from the early 20th century until about the 70s or even as late as the 80s.

Over time, American blacks came to dominate American basketball and football. For decades this really upset white Americans, esp. in the south. They felt that these two sports were no longer representative of America since to them America meant white. It took decades of education and struggle, but these prejudices against black players in American sports are now a minority opinion.

You would never post such an ignorant comment if these players’ parents had emigrated from Eastern Europe, Italy, Greece and other caucasian-blessed countries? It’s all about the fact that they’re black.

Interestingly, hispanics have begun to show a preponderance in American baseball in the last 20-30 years. This too has made some Americans upset. Some are saying the great American game is being taken over by illegals and “wetbacks” (an ugly racist term). But because of the previous process of education and acceptance in football and basketball, there’s comparatively less rancor about it.

In time, this acceptance will happen in France also. Many French people will go kicking and screaming all the way (the way so many Amerians did) but they’ll get there. Actually, a good majority are already there since most French people have had little trouble accepting this national squad as representing them.

I have to wonder if the same relatively quick process of acceptance by a majority in Eastern Europe, Italy, Germany, England or Spain would occur if their national squads had so many non-white players.


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Arte africana in Italia

Sculture al femminile l'altra metà dell'Africa
Ad Asti una mostra esplora le forme dell´arte del continente nero
di Olga Gambari

C´è un gruppo di donne che aspetta. Sono arrivate dall´Africa, hanno età diverse. Nigeria, Gabon, Costa d´Avorio, Ghana, Burkina Faso, Mali, Congo. Sono tutte scure, in legno, terracotta, pietra e cucinano, tengono oggetti, pregano, portano bambini. Si sono trasformate in statue, sgabelli, coppe, oggetti da divinazione, strumenti musicali, cucchiai, pettini, maschere. Sono le protagoniste della mostra «Africa in forme», allestita nel Battistero di Asti fino a settembre, dedicata alla scultura africana legata soprattutto alla figura femminile. I lineamenti sono marcati, evidenziati i seni, in genere scoperti come il resto del busto, con la pancia spesso colta nel momento della maternità. Sotto indossano gonnellini, anche in pelliccia applicata, e sono scalze, ornate da scarificazioni sulla pelle e strane acconciature come copricapi. Alcuni visi sono zoomorfi, comunque deformati in simbolizzazioni divine e animali, rese trascendenti da uno sguardo oltre il reale. Assomigliano a creature aliene, dai corpi slanciati, i colli estesi e le teste ellittiche, ma anche quadrate e rombizzate, con gli occhi allungati.Arriva l´eco di Picasso e di molti maestri del Novecento occidentale, influenzati dall´arte aborigena africana nel codificare gli stilemi dell´arte contemporanea. Ma c´è anche il ricordo delle tante visualizzazioni preistoriche dell´idea della fertilità, alle origini della raffigurazione umana. Sono tutte donne che animano un racconto al femminile, alcune ritratte singolarmente, altre in gruppo, e ancora in coppia, marito e moglie come gemelli. Ce ne sono alcune alte pochi centimetri, miniature in bronzo, avorio e legno, fino ad altre alte due metri e spesse un centimetro e mezzo, sottili come giunchi. La loro cultura di appartenenza spazia tra tutte le zone del continente africano. Ci sono volti ed effigi, corpi magnifici e che ti entrano dentro come un ricordo, altri meno, ma sono un popolazione indimenticabile, che accoglie e narra.
Alla fine ci si domanda però se davvero capiamo la loro lingua e le loro storie, al di là delle suggestioni, e poi anche altre notizie su di loro rimangono inevase, troppe. La mostra è allestita e sviluppata seguendo un concetto espositivo estetico, da wunderkammer un po´ affollata, con una classica visione museale sette-ottocentesca, senza date né alcun cenno scientifico. Magari si potevano esporre estratti parziali dagli interessantissimi testi raccolti in catalogo, firmati da Bruno Orlandoni, Gian Luigi Nicola e Alberto Salza. Si aprirebbe così un maggior dialogo con queste figure, scoprendo che è molto difficile la ricostruzione storica dei singoli pezzi, anche se, proprio di fronte alla mancanza di scrittura, l´arte africana è deputata a essere luogo di memoria. E poi che si chiama «maestro di Buli» il primo artista africano identificato, che spesso diademi, abiti e gioielli reali rivestivano le statue, generalmente realizzate in legno chiaro e poi scurite con olio di palma per essere più realiste.E ce ne saremmo magari andati con queste parole di Salza in tasca: «Gli africani dicono che l´occhio dello straniero vede solo ciò che già conosce. Ecco perché ci perdiamo il linguaggio formale degli africani. Gli oggetti, attraverso un loro specifico linguaggio, esprimono concetti e parlano». Ma chi ascolta davvero gli africani?
(La Repubblica 17 giugno 2008)

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SHAITSU

SHAITSU
Il massaggio Shiatsu che si effettua tramite la pressione delle dita, dei palmi delle mani e dei piedi e dei gomiti su tutto il corpo, agisce sui punti energetici considerati dall'agopuntura. Stimola la circolazione sanguigna ed il flusso linfatico, agisce sul sistema nervoso allentando la tensione muscolare più profonda, rimuove le tossine dei tessuti, risveglia il sistema ormonale e sollecita la capacità di autoguarigione del corpo.

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