Tuesday, September 2, 2008

AMERICAN JOURNALIST ARRESTED IN NIGERIA

American Journalist Arrested in Nigeria

By WILL CONNORS

Published: September 2, 2008

LAGOS, Nigeria — An American documentary filmmaker and his translator working in the volatile Delta region of Nigeria have been arrested and accused of spying, according to Nigerian government officials and media watchdog groups.

Andrew Berends, a New York-based freelance journalist who was working on a film about the oil-producing Delta region, was arrested on Sunday and held for 36 hours before being released. Mr. Berends's passport and equipment were confiscated, and he was made to report back to the State Security Service early Tuesday morning. His translator, Samuel George, was also arrested.

"When you come to a security area with no clearance it's against the rules," said a military spokesman, Major Sagir Musa, who confirmed that Mr. Berends had been arrested and handed over to the security service. "He had no security clearance. It is for his own safety. If something happens to him it's an embarrassment to the security agencies. It's not normal times in the area right now. The S.S.S. will investigate him and once they are satisfied they will release him, God willing."

Mr. Berends contacted both Reporters Without Borders and the Committee to Protect Journalists Monday night, and both advocacy groups condemned his detention.

"Berends was arrested just for doing his job and no other reason," Reporters Without Borders said in a statement Tuesday. "It is absurd for the authorities to think that, by arresting him and his interpreter, they can conceal the economic and ecological disaster unfolding in the Niger Delta."

Despite its oil riches, the Niger Delta is a desperately poor and increasingly lawless part of the country where wealth is siphoned away by corrupt officials. Militants demand a greater share of the area's oil resources and claim to be fighting on behalf of the impoverished residents, but also appear to be engaging in many criminal and opportunistic acts of violence. Hundreds of foreign workers and wealthy Nigerians have been kidnapped for ransom, and oil theft is rampant.

Several other foreign journalists and filmmakers have been detained while working in the region in recent years. In April, four members of a Seattle-based film crew were arrested while filming in the Delta and held for six days on spying charges. In May, a CNN journalist was detained while in the main Delta city of Port Harcourt and questioned by the S.S.S. for five days before being released.

"The government probably knows the fellow's real mission and that it has nothing to do with espionage, but they want to do it to discourage others from coming to report on the situation on the ground," said Chris Alagoa of the Niger Delta Peace and Security Secretariat, a community organization in the region. "They shouldn't report on things that aren't true, but if they're reporting objectively on the situation, the world and the Nigerian people have a right to know the truth. Hounding journalists and filmmakers who want to inform the public is in bad taste."

While Nigeria has a significantly freer press than most other Africa nations, gathering information in the tumultuous Niger Delta is particularly difficult.

"We have one of the freest presses in Africa, but there are rules," said Nwuke Ogbonna, Information Commissioner for Rivers State, of which Port Harcourt is the capital. As for Mr. Berends, he said, "He may have engaged in actions that are not in the national interests of this country. Whether that means spying or entering off-limits areas I can't say. It's for the security agents to determine whether this means he was spying."

Mr. Berends had visited Nigeria on several occasions and had been in the country since April on this particular trip. He often ventured into the creeks of the Delta to film in local villages affected by oil drilling. Two weeks ago, Mr. Berends said he had nearly finished his work and was planning on returning to New York this month.

http://www.nytimes.com/2008/09/03/world/africa/03nigeria.html?_r=1&ref=africa&oref=slogin

«Tornare in Nigeria? No, a me piace qui».

La parrucchiera nata a Benin City resta a Torino. Ieri in aula cinque processi e altrettante assoluzioni

«Tornare in Nigeria? No, a me piace qui». Clandestina assolta

TORINO 02/09/2008 - L'imbianchino albanese e l'ambulante gabonese, la parrucchiera nigeriana e l'operaio marocchino, persino il rifugiato iracheno. Tutti clandestini, tutti quanti già raggiunti dall'ordine di lasciare il territorio nazionale. Un ordine ignorato con disarmante disinvoltura. Per questo motivo i cinque stranieri sono stati arrestati e poi processati. Ma per tutti è infine arrivata una sorprendente assoluzione. Assolti «perché il fatto non costituisce reato» e di nuovo liberi. Liberi di tornarsene a casa, liberi di ricominciare la vita di sempre. Una vita da clandestini.

L'imbianchino albanese
Si chiama Kleanthi Kongjani, è albanese e ha 28 anni. È irregolare in Italia, vive a Torino con il fratello e altri familiari. Fa l'imbianchino, lavora a Ivrea. Era stato fermato una prima volta a fine luglio, gli agenti gli avevano notificato l'ordine di lasciare il territorio italiano perché privo di un regolare permesso di soggiorno. Kleanthi Kongjani ignora l'ordine del Questore e continua la vita di sempre. Viene fermato una seconda volta a fine agosto, in questa occasione scatta l'arresto. Kongiani viene processato, ma il giudice Paolo Gallo accoglie le richieste della difesa e opta per la liberazione dell'imputato e l'assoluzione nel processo con rito abbreviato. Il motivo? L'imbianchino albanese è giovane, incensurato e ha un lavoro.

La parrucchiera nigeriana
Edith Oriri viene fermata per la prima volta nel gennaio di un anno fa. È priva di documenti, le viene ordinato di tornarsene in patria, in Nigeria. Ma lei resta in Italia. «Preferisco vivere qui, a me la Nigeria non piace», spiega ieri mattina al giudice Gallo. «Qui lavoro come parrucchiera, mi trovo bene. In Nigeria non saprei dove andare, lì è rimasta solo mia sorella». Edith viene fermata per la seconda volta alcuni giorni fa, viene arrestata e ieri mattina processata. E assolta «perché il fatto non costituisce reato».

L'ambulante gabonese
Habdull Fall non ha studiato, non sa leggere né scrivere. «Per questo motivo - spiega al giudice - non ho lasciato l'Italia. Non riuscivo infatti a capire cosa ci fosse scritto sul foglio che mi ha consegnato la polizia». Quel foglio gli intimava di lasciare al più presto il territorio nazionale. Habdull Fall, però, resta in Italia, a Torino. Dove continua a vendere le sue borse. Viene arrestato, processato. Assolto. Da oggi potrà tornare in strada a vendere i suoi prodotti.

L'operaio marocchino
Abdelrhafour Sellami ha 24 anni, vive a Torino con il padre e lo zio. «Lavoro, faccio l'operaio. E i soldi che guadagno devo spedirli in Marocco. Lì vive ancora mia madre, non ha un lavoro e io devo aiutarla». Abdelrhafour viene fermato una prima volta a giugno, quindi a fine agosto. «Non sono andato via dal vostro paese non solo perché devo mantenere mia madre, ma anche perché ho dovuto assistere per mesi mio padre malato». Assolto anche lui.

Il rifugiato iracheno
Mohmed Husseno è nato a Baghdad, città dalla quale è fuggito quando sono arrivati gli americani. «Non riuscivo a trovare lavoro, non riuscivo a mangiare. Lì c'è la guerra, è impossibile condurre una vita normale». Un ritornello ripetuto in aula anche dal difensore dell'imputato: «Su Baghdad piovono bombe quasi tutti i giorni, come può il mio cliente tornare a vivere in quell'inferno?». Accontentato. Mohmed Husseno viene scarcerato e assolto. Anche lui potrà ricominciare a vendere borse. Borse rigorosamente false.
Scritto da: Giovanni Falconieri - falconieri@cronacaqui.it

COMMENTS

SHAITSU

SHAITSU
Il massaggio Shiatsu che si effettua tramite la pressione delle dita, dei palmi delle mani e dei piedi e dei gomiti su tutto il corpo, agisce sui punti energetici considerati dall'agopuntura. Stimola la circolazione sanguigna ed il flusso linfatico, agisce sul sistema nervoso allentando la tensione muscolare più profonda, rimuove le tossine dei tessuti, risveglia il sistema ormonale e sollecita la capacità di autoguarigione del corpo.

FeedCount

Live Traffic Feed

Followers