Arte e fotografia al femminile: mostra personale italiana di Ingrid Mwangi a genova
Ingrid Mwangi affronta specificamente gli squilibri esistenti tra Europa ed Africa e lavora sull'immaginario che solitamente viene comunicato sull'Africa tramite l'utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione e della fotografia
potete consultare diverso materiale sull'artista sul suo sito www.ingridmwangi.de
grazie
enrico testino - 347 6419212
debora paparella - 349 0755287
“Non esistiamo che nello sguardo dell’Altro”
IngridMwangi
Il 24 maggio inaugurazione di “ALONG THE HORIZON” mostra della fotografa del Kenya Ingrid Mwangi, L’artista, nata in Kenya e trasferitasi a Berlino, affronta e critica, nel suo percorso artistico l’immagine che l’Europa ha dell’Africa e lo squilibrio esistente tra i due continenti
Sabato 24 maggio 2008 alle ore 18,30 a Genova, Palazzo Ducale - Piazza Matteotti 80r la Galleria “Il Trifoglio Nero” inaugura “Along the Horizon” mostra personale in Italia dell’artista Ingrid Mwangi. La mostra, contenente alcune decine di opere fotografiche dell’artista e una sua installazione rimarrà aperta dal martedì al sabato dalle 14,30 alle 19,30 fino al 28 giugno 2008.
La mostra affronta i temi della difficile situazione africana e degli squilibri che esistono tra vita in Europa ed Africa. L’artista ci dona una visione al femminile del continente e dei suoi problemi e critica, con le sue foto e i suoi video, l’immaginario che abbiamo dell’Africa e del suo sistema di vita.
Una mostra capace, con immagini ora forti, ora delicate, comunicano la sfruttamento, i sogni, le difficoltà, i pregiudizi con cui si confronta giornalmente il continente nero.
La mostra sarà composta da numerose opere fotografiche tra cui la serie “Ozone” e “EbbandFlood”, dal video “Being Bamako” e dall’installazione “In my House”.
Di seguito ulteriori informazioni sulla mostra
In fondo alla mail un breve CV dell’artista, nota a livello internazionale.
La mostra: “Along The Horizon”
La mostra “Along The Horizon” è la prima mostra personale in Italia di Ingrid Mwangi che presenta parte del suo lavoro. Ingrid Mwangi lavora da sempre con i nuovi media per sviluppare una selezione di opere che riguardi questioni fondamentali quali la realizzazione di realtà comuni per superare discriminazioni socio-culturali ed evitare violenti conflitti, al fine di muoversi verso società più umane, giuste e pacifiche. Il suo lavoro affronta spesso la diseguaglianza e gli squilibri esistenti tra Europa ed Africa e interferisce nel modo di rappresentare il continente africano nell’immaginario collettivo.
La mostra sarà composta da numerose opere forografiche tra cui la serie “Ozone” e “EbbandFlood”, dal video “Being Bamako” e dall’installazione “In my House”.
Ingrid Mwangi
L’artista Ingrid Mwangi, nata nel 1970 a Nairobi, usa due nomi per identificarsi, il suo sommato a quello del suo compagno di vita, definendosi come “IngridMwangiRobertHutter”. L’uso dei due corpi dell’artista, attraverso cui creare immagini foto e video legate a temi sociali, è un aspetto centrale del suo lavoro.
Per spiegare la scelta del nome, l’artista dice: «Quell’ “Io” di cui parlo include due corpi, due menti, due storie e due percorsi creativi differenti. Percepisco queste due parti di me come interconnesse, in costante scambio e dialogo. Ogni persona fa esperienza del proprio sé come avente molti aspetti in comunicazione tra loro: la parte emotiva interagisce con quella intellettiva, la mente cerca di guidare il corpo, mentre il corpo stabilisce i limiti all’operare della mente, coscienza versus natura impulsiva ecc. Questo suggerisce da sé la realizzazione di una simile unificazione tra la corporeità maschile e quella femminile, attraverso la fusione di due coscienze influenzate da esperienze differenti».
Ingrid Mwangi ha partecipato a mostre e festival in tutto il mondo, tra cui la 52esima Biennale di Venezia nel 2007, con opere video, foto e installazioni, che si pongono come strumenti per riflettere sui conflitti socio-culturali, e superare le discriminazioni in vista di società più umane, giuste e pacifiche. Il suo spiccato interesse per l’Africa, paese in cui affondano le sue radici, e il ruolo da essa occupato nello scenario mondiale, è testimoniato dalle numerose opere e mostre ad essa dedicate.
A proposito del suo lavoro con i nuovi mezzi di comunicazione, l’artista afferma: «Lavorando con i nuovi media, il fulcro della mia attività consiste nello sviluppare un corpo di opere che ruoti intorno alle condizioni dell’esistenza umana e ai difficili interrogativi sul come trattare artisticamente la violenza, l’ingiustizia e la sofferenza presenti nel mondo. L’uso di entrambi i miei corpi e la riflessione mediatica di questi sono centrali nella generazione di immagini legate a questi temi».
Questa doppia alterità permette all’artista, come ad Alice, di guardare da entrambi i lati dello specchio. Come a Giano, di scrutare contemporaneamente i due opposti orizzonti.
Dice di lei Simon Njami
Traiamo alcune frasi che Simon Njami ha scritto nella presentazione di Ingrid Mwangi nel catalogo realizzato per la mostra. “Nei lavori fotografici, la potenza veggente dell’artista si esercita con una perfetta simmetria. In Ozone e EbbandFlood, l’artista sembra essere assente, e la ricerca di un’armonia essenziale viene vissuta dall’esterno. Il corpo diventa ciò che ingloba tutte le cose, lo sguardo si fa politico, sociale, e i personaggi evanescenti.
Nelle opere video e nelle installazioni (Being Bamako, In my House), l’artista esercita la sua potenza veggente direttamente sul proprio corpo, che diviene quindi intercessore tra lei e un altro mondo. Utilizzando l’illusione di realtà dell’immagine-movimento, l’artista rompe i limiti della percezione: il corpo si fa metafora, tela vergine su cui trasporre la propria visione dell’umanità, strumento di mediazione tra il sè e l’altro, rivelazione di una memoria molto antica.
Nel video Being Bamako, l’artista percorre le strade di un quartiere della capitale di Mali, con gli occhi chiusi e le mani protese in avanti. Si offre così all’incontro di coloro che incrociano il suo cammino.
Nell’installazione In My House, una casa in rovina mostra un corridoio apparenetmente infinito, in fondo al quale una figura sfuggente sembra invitarci a seguirla. Rispondendo all’invito di questo miraggio, ci introduciamo all’interno delle rovine, perdendoci nei meandri di un labirinto.
(Simon Njami (Losanna - 1962) è uno scrittore, critico d’arte e curatore camerunese. È consulente dell'Association Française d'Action Artistique e co-fondatore e capo-redattore della rivista culturale "Revue Noire". Tra le sue pubblicazioni vi sono romanzi e saggi per cataloghi di mostre, tra le quali la Biennale di Sydney. Njami è stato direttore artistico della Biennale di Bamako dal 2001 e nel 2007 co-curatore del padiglione dell'Africa alla 52esima Biennale di Venezia. Ha curato numerose esposizioni di arte e fotografia africana tra le quali Africa Remix (Düsseldorf, Londra, Parigi, Tokyo, Johannesburg, 2005-2007) e la prima fiera dell'arte africana di Johannesburg del 2008.)
Ingrid Mwangi - select exhibitions:
2008
"Black Womanhood. Images, Icons and Ideologies of the African Body“,Hood Museum of
Art, Dartmouth College, Hanover, NH, USA
CONTINUA..........
Ingrid Mwangi affronta specificamente gli squilibri esistenti tra Europa ed Africa e lavora sull'immaginario che solitamente viene comunicato sull'Africa tramite l'utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione e della fotografia
potete consultare diverso materiale sull'artista sul suo sito www.ingridmwangi.de
grazie
enrico testino - 347 6419212
debora paparella - 349 0755287
“Non esistiamo che nello sguardo dell’Altro”
IngridMwangi
Il 24 maggio inaugurazione di “ALONG THE HORIZON” mostra della fotografa del Kenya Ingrid Mwangi, L’artista, nata in Kenya e trasferitasi a Berlino, affronta e critica, nel suo percorso artistico l’immagine che l’Europa ha dell’Africa e lo squilibrio esistente tra i due continenti
Sabato 24 maggio 2008 alle ore 18,30 a Genova, Palazzo Ducale - Piazza Matteotti 80r la Galleria “Il Trifoglio Nero” inaugura “Along the Horizon” mostra personale in Italia dell’artista Ingrid Mwangi. La mostra, contenente alcune decine di opere fotografiche dell’artista e una sua installazione rimarrà aperta dal martedì al sabato dalle 14,30 alle 19,30 fino al 28 giugno 2008.
La mostra affronta i temi della difficile situazione africana e degli squilibri che esistono tra vita in Europa ed Africa. L’artista ci dona una visione al femminile del continente e dei suoi problemi e critica, con le sue foto e i suoi video, l’immaginario che abbiamo dell’Africa e del suo sistema di vita.
Una mostra capace, con immagini ora forti, ora delicate, comunicano la sfruttamento, i sogni, le difficoltà, i pregiudizi con cui si confronta giornalmente il continente nero.
La mostra sarà composta da numerose opere fotografiche tra cui la serie “Ozone” e “EbbandFlood”, dal video “Being Bamako” e dall’installazione “In my House”.
Di seguito ulteriori informazioni sulla mostra
In fondo alla mail un breve CV dell’artista, nota a livello internazionale.
La mostra: “Along The Horizon”
La mostra “Along The Horizon” è la prima mostra personale in Italia di Ingrid Mwangi che presenta parte del suo lavoro. Ingrid Mwangi lavora da sempre con i nuovi media per sviluppare una selezione di opere che riguardi questioni fondamentali quali la realizzazione di realtà comuni per superare discriminazioni socio-culturali ed evitare violenti conflitti, al fine di muoversi verso società più umane, giuste e pacifiche. Il suo lavoro affronta spesso la diseguaglianza e gli squilibri esistenti tra Europa ed Africa e interferisce nel modo di rappresentare il continente africano nell’immaginario collettivo.
La mostra sarà composta da numerose opere forografiche tra cui la serie “Ozone” e “EbbandFlood”, dal video “Being Bamako” e dall’installazione “In my House”.
Ingrid Mwangi
L’artista Ingrid Mwangi, nata nel 1970 a Nairobi, usa due nomi per identificarsi, il suo sommato a quello del suo compagno di vita, definendosi come “IngridMwangiRobertHutter”. L’uso dei due corpi dell’artista, attraverso cui creare immagini foto e video legate a temi sociali, è un aspetto centrale del suo lavoro.
Per spiegare la scelta del nome, l’artista dice: «Quell’ “Io” di cui parlo include due corpi, due menti, due storie e due percorsi creativi differenti. Percepisco queste due parti di me come interconnesse, in costante scambio e dialogo. Ogni persona fa esperienza del proprio sé come avente molti aspetti in comunicazione tra loro: la parte emotiva interagisce con quella intellettiva, la mente cerca di guidare il corpo, mentre il corpo stabilisce i limiti all’operare della mente, coscienza versus natura impulsiva ecc. Questo suggerisce da sé la realizzazione di una simile unificazione tra la corporeità maschile e quella femminile, attraverso la fusione di due coscienze influenzate da esperienze differenti».
Ingrid Mwangi ha partecipato a mostre e festival in tutto il mondo, tra cui la 52esima Biennale di Venezia nel 2007, con opere video, foto e installazioni, che si pongono come strumenti per riflettere sui conflitti socio-culturali, e superare le discriminazioni in vista di società più umane, giuste e pacifiche. Il suo spiccato interesse per l’Africa, paese in cui affondano le sue radici, e il ruolo da essa occupato nello scenario mondiale, è testimoniato dalle numerose opere e mostre ad essa dedicate.
A proposito del suo lavoro con i nuovi mezzi di comunicazione, l’artista afferma: «Lavorando con i nuovi media, il fulcro della mia attività consiste nello sviluppare un corpo di opere che ruoti intorno alle condizioni dell’esistenza umana e ai difficili interrogativi sul come trattare artisticamente la violenza, l’ingiustizia e la sofferenza presenti nel mondo. L’uso di entrambi i miei corpi e la riflessione mediatica di questi sono centrali nella generazione di immagini legate a questi temi».
Questa doppia alterità permette all’artista, come ad Alice, di guardare da entrambi i lati dello specchio. Come a Giano, di scrutare contemporaneamente i due opposti orizzonti.
Dice di lei Simon Njami
Traiamo alcune frasi che Simon Njami ha scritto nella presentazione di Ingrid Mwangi nel catalogo realizzato per la mostra. “Nei lavori fotografici, la potenza veggente dell’artista si esercita con una perfetta simmetria. In Ozone e EbbandFlood, l’artista sembra essere assente, e la ricerca di un’armonia essenziale viene vissuta dall’esterno. Il corpo diventa ciò che ingloba tutte le cose, lo sguardo si fa politico, sociale, e i personaggi evanescenti.
Nelle opere video e nelle installazioni (Being Bamako, In my House), l’artista esercita la sua potenza veggente direttamente sul proprio corpo, che diviene quindi intercessore tra lei e un altro mondo. Utilizzando l’illusione di realtà dell’immagine-movimento, l’artista rompe i limiti della percezione: il corpo si fa metafora, tela vergine su cui trasporre la propria visione dell’umanità, strumento di mediazione tra il sè e l’altro, rivelazione di una memoria molto antica.
Nel video Being Bamako, l’artista percorre le strade di un quartiere della capitale di Mali, con gli occhi chiusi e le mani protese in avanti. Si offre così all’incontro di coloro che incrociano il suo cammino.
Nell’installazione In My House, una casa in rovina mostra un corridoio apparenetmente infinito, in fondo al quale una figura sfuggente sembra invitarci a seguirla. Rispondendo all’invito di questo miraggio, ci introduciamo all’interno delle rovine, perdendoci nei meandri di un labirinto.
(Simon Njami (Losanna - 1962) è uno scrittore, critico d’arte e curatore camerunese. È consulente dell'Association Française d'Action Artistique e co-fondatore e capo-redattore della rivista culturale "Revue Noire". Tra le sue pubblicazioni vi sono romanzi e saggi per cataloghi di mostre, tra le quali la Biennale di Sydney. Njami è stato direttore artistico della Biennale di Bamako dal 2001 e nel 2007 co-curatore del padiglione dell'Africa alla 52esima Biennale di Venezia. Ha curato numerose esposizioni di arte e fotografia africana tra le quali Africa Remix (Düsseldorf, Londra, Parigi, Tokyo, Johannesburg, 2005-2007) e la prima fiera dell'arte africana di Johannesburg del 2008.)
Ingrid Mwangi - select exhibitions:
2008
"Black Womanhood. Images, Icons and Ideologies of the African Body“,Hood Museum of
Art, Dartmouth College, Hanover, NH, USA
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